Le escursioni da non perdere nei Campi Flegrei

Vulcani, rovine antiche, vegetazione rigogliosa, mare, laghi e isole e soprattutto panorami mozzafiato. I Campi Flegrei sono un miscuglio spettacolare di storia e natura: vi consigliamo sei itinerari da non perdere, dislocati tra Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida per tuffarsi a capofitto nella Terra del Mito.

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Vulcani, rovine antiche, vegetazione rigogliosa, mare, laghi e isole e soprattutto panorami mozzafiato. I Campi Flegrei sono un miscuglio spettacolare di storia e natura: vi consigliamo sei itinerari da non perdere, dislocati tra Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida per tuffarsi a capofitto nella Terra del Mito.

Il Monte Gauro

Il cratere di un vulcano tra storia millenaria e panorami sul golfo

Il monte Gauro è un cratere vulcanico ed è il più alto edificio della zona centrale dei Campi Flegrei (320 m.s.l.m.). Si è formato circa 11000 anni fa a seguito di un’eruzione vulcanica. Deve il suo nome alla parola greca γαυροσ che significa “alto, superbo” perché, maestoso, domina il golfo di Pozzuoli e l’entroterra flegreo. Il Gauro è composto da una serie di versanti conosciuti con il nome di Monte Corvara, Monte Barbaro, Monte Sant’Angelo. Qui fu combattuta una famosa battaglia tra romani e sanniti nel 343 a.c.. Rinomati furono i “vini gaurani” e le ville di ricchi romani che lo abitarono (sono ancora osservabili ruderi e cisterne d’acqua). Attualmente è ricoperto da una folta macchia mediterreanea e castagneti.

Escursione sul Monte Gauro tra la cima del Sant’Angelo e del Barbaro, con vista su Toiano e Arco Felice e il Monte Nuovo [archeoflegrei]

L’ escursione sul ciglio del cratere del Gauro permette di ammirare quasi tutti i Campi Flegrei nella loro estensione, con una vista che spazia addirittura fino al Vesuvio, al Partenio e fino a Roccamonfina. L’escursione dura qualche ora, è leggermente impegnativa soprattutto perchè i percorsi non sono propriamente segnalati. Si può cominciare l’escursione dall’imbocco del Cratere del Campiglione, costeggiando il Carney Park, oppure dal versante di Monterusciello / Cupa delle Fescine, oppure ancora dal Castagnaro passando per Monte Corvara.

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Tappa da non perdere è la sommità del Monte Barbaro, che permette di ammirare l’eccezionale panorama verso il Golfo. Sul Monte Barbaro vi sono ancora i resti del vecchio Eremo di San Salvatore ormai diroccato, comparso anche in alcune raffigurazioni antiche (Delli Falconi)

Sul Sant’Angelo svetta invece l’Eremo di Monte Sant’Angelo, un tempo vecchia fortificazione angioina, ampiamente rimaneggiata nel XVII sec, oggi ancora occupata da un eremita. L’escursione è libera, non è molto impegnativa ma può durare alcune ore, a seconda dei percorsi. Si rammenta di non oltrepassare proprietà private presenti in zona, quasi sempre ben segnalate.

La Foresta di Cuma e la Duna Sabbiosa

Una foresta mediterranea dove sorgeva il porto greco di Cuma

La Foresta di Cuma, denominata Foresta Regionale Area Flegrea e Monte di Cuma oggi appartiene al Demanio Forestale della Regione Campania, era anticamente chiamata con il nome di Silva Gallinaria, attribuitole grazie alla considerevole presenza nell’antichità della cosiddetta Gallinella d’acqua (nome scientifico Gallinula Chloropus). Alcune delle specie arboree presenti sono l’Olmo campestre, il Sambuco, il Biancospino, la Roverella, il Frassino meridionale, e il Pino domestico, il leccio.

Cuma, foresta

Presso la rocca è possibile osservare quattro postazioni di artiglieria e relativi bunker, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, ricavati direttamente nella roccia.

La foresta e la spiaggia sono visitabili liberamente, per informazioni visitare anche Agricoltura Regione Campania.

Il Sentiero di Capo Miseno

L’orizzonte flegreo da uno sperone di tufo a picco sul mare

Dal Faro di Capo Miseno è possibile accedere ad una delle escursioni più emozionanti dei Campi Flegrei: il sentiero di Capo Miseno, anche conosciuto come Santuario degli Uccelli. L’escursione comincia dal termine di Via Faro (Bacoli), dove comincia il sentiero con dislivello di circa 300 metri per una lunghezza di circa 2 km complessivi. Sbucando dalla macchia mediterranea, in cima al Capo si avrà una vista magnifica sul mare flegreo, le isole, Monte di Procida, Bacoli, e tutto il Golfo di Pozzuoli ed oltre. Sono inoltre presenti alcune casematte e baracche naziste costruite e poi bombardate durante la Seconda Guerra Mondiale. L’escursione è libera ed è poco impegnativa.

Panorama da Capo Miseno sul litorale di Miliscola e Monte di Procida

Il Cratere degli Astroni

Uno scrigno di biodiversità tra Pozzuoli, Napoli e Soccavo

Divenuto Riserva Naturale solamente nel 1992, il Cratere degli Astroni fu principalmente una sfruttato come riserva di caccia dai regnanti napoletani, divenendo perfino deposito un di munizioni. Oggi la Riserva Naturale Cratere degli Astroni, gestita dal WWF, vanta un fitto e rigoglioso bosco di 250 ettari, vecchio centinaia di anni, celato da un antico cratere vulcanico. Sul fondo, sorgono tre incantevoli specchi d’acqua, lascito di antichi fenomeni vulcanici. Il maggiore tra loro è il Lago Grande, alimentato dalle acque della stessa falda che gli diede vita. Gli atri due, più piccoli, hanno nomi che ne richiamano scherzosamente le dimensioni: il Cofaniello Piccolo e il Cofaniello Grande sono alimentati prevalentemente da acqua piovana.

Per info e visite https://crateredegliastroni.org/

Riserva Naturale Cratere degli Astroni

L’Oasi Naturalistica di Monte Nuovo

Il monte più giovane d’Europa sorto con l’eruzione del 1538

Sui bordi del cratere di Monte Nuovo

Tra Arco Felice e Lucrino, a Pozzuoli, in una sola notte sorse il Monte Nuovo, il più giovane promontorio d’Europa dopo un’eruzione avvenuta nel 1538. Attualmente è un sito naturale di interesse pubblico ed è possibile fare escursioni poco impegnative e in tutta tranquillità.

I diversi percorsi dell’Oasi Naturalistica di Monte Nuovo si articolano nella sua macchia mediterranea con leccete, bassi arbusti, vegetazioni sempreverde, lasciando il posto a vedute panoramiche eccezionali.

Salendo alla cima del cratere dal versante Sud, il panorama va da Capo Posillipo a Nisida, dal centro di Pozzuoli a Capo Miseno e, in giornate limpide, arriva alla Penisola Sorrentina. Dal bordo si vedono le ripide pareti interne e il fondo del cratere che si può raggiungere percorrendo un sentiero immerso tra i pini.
Un altro sentiero consente di fare l’intero giro dell’orlo del cratere, fino ad affacciarsi sul Lago d’Averno. Da qui si vedono i due laghi, punta dell’Epitaffio e l’isola d’Ischia.

Il Sentiero di Torre Fumo

Ai limiti della caldera dei Campi Flegrei tra tufo e mare

Dal porto di Acquamorta si può costeggiare a piedi il Monte di Procida verso Sud, ritrovandosi in un luogo naturalistico di particolare interesse, il Sentiero, Camminata o Oasi di Torrefumo, che dir si voglia: un tratto di costa quasi incontaminato con tratti di macchia mediterranea e stagno di acqua salmastra dovuto al blocco della scogliera a protezione dei marosi. Ammirando il costone tufaceo, è possibile scorgere quasi tutti gli strati delle passate eruzioni flegree, difatti il Geologo inglese Henry James Johnston-Lavis (1856 – 1914) definì questa falesia “breccia museo” nel suo “Volcanoes of Southern Italy” (1889). Da questa camminata, per niente impegnativa e quasi tutta in piano, è possibile arrivare a piedi a Miliscola presso Bacoli (e viceversa).

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