Il “blocco di marmo di Puteoli”

Tale fregio apparteneva ad un monumento celebrativo di Puteoli, forse un arco, dedicato all'imperatore Domiziano, con ogni probabilità dopo l'edificazione, grazie al suo volere, della via Domitiana nel 95 d.C., una strada che collegava direttamente Puteoli a Sinuessa (Mondragone) per allacciarsi poi alla via Appia.

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Il cosiddetto “blocco di marmo di Puteoli”, o “Puteoli Marble Block” è un blocco marmoreo di dimensioni 162×114.5x27cm attualmente conservato presso il Penn Museum in Pennsylvania (USA).

Tale blocco è un concreto esempio di riutilizzo di elementi decorativi, pratica estremamente frequente nell’impero romano, in particolar modo se tali elementi facevano parte di corredi decorativi dedicati a personalità che dovevano sparire dal ricordo comune, perchè legate a vicende od atti che lo stato romano decideva di obliare con la damnatio memoriae.

Parte di un monumento celebrativo a Domiziano
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Tale fregio apparteneva ad un monumento celebrativo di Puteoli, forse un arco, dedicato all’imperatore Domiziano, con ogni probabilità dopo l’edificazione, grazie al suo volere, della via Domitiana nel 95 d.C., una strada che collegava direttamente Puteoli a Sinuessa (Mondragone) per allacciarsi poi alla via Appia. Potremmo anche suggerire una sua collocazione presso l’attuale area del quadrivio dell’Annunziata dove comincia tale tracciato.

La Via Domitiana presso l’ingresso di Cuma, incisione d’epoca
La damniatio memoriae di Domiziano

A causa di complotti interni, Domiziano fu assassinato, il senato proclamò Nerva imperatore e nel 96 d.C. decretò per lui la damnatio memoriae , ordinando quindi la distruzione delle sue statue e la cancellazione del suo nome da ogni iscrizione. Tale blocco di marmo puteolano non fu esente dal trattamento, e l’iscrizione venne immediatamente cancellata a colpi di scalpello, e il blocco sostituito. Ma la storia del blocco non finisce qui.

Il riutilizzo

Pochi anni dopo, la città di Puteoli decise di riutilizzare il blocco per onorare l’imperatore Traiano, che regnò dal 98 al 117 d.C. I romani erano difatti riluttanti a gettar via i pezzi di marmo, considerando che al tempo le maestranze nella lavorazione della pietra erano molto sviluppate e perciò il materiale era molto richiesto, ma anche perchè il marmo, in particolare quello pregiato, era spesso importato dalle provincie dell’impero e quindi era di non facile reperibilità.

Il pretoriano in parata
Pretoriano in uniforme

Così, girato il blocco, i cesellatori lavorarono sull’altra superficie e realizzarono una splendida guardia pretoriana. Certamente il monumento era dotato di altri pannelli, ma questo è l’unico che sia sopravvissuto. Il fine della Guardia Pretoriana era quello di proteggere l’imperatore. Lo scudo sulla sinistra è decorato con uno scorpione al centro, segno zodiacale dell’imperatore Tiberio, che fu il fondatore dell’ordine della Guardia Pretoriana, e divenne successivamente il loro principale simbolo. Dato che i soldati sono raffigurati senza elmi nè armature, erano probabilmente rappresentati durante la partecipazione ad una processione o parata.

 

 


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