Le Terme Flegree: Agnano

Presso il cratere di Agnano si trovano numerose fonti termali e altre manifestazioni geologiche di notevole importanza. L'area era già conosciuta in età ellenistica come attestato da ritrovamenti di strutture antiche, già votate allo sfruttamento delle qualità terapeutiche delle acque.

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Agnano è un vulcano attualmente in quiescenza, appartenente al sistema dei Campi Flegrei, la cui ultima eruzione ha avuto luogo 4 100 anni fa. Corrisponde ad una zona di Napoli, tra i quartieri di FuorigrottaBagnoli (che fanno parte della decima municipalità del Comune) e Pianura. Agnano in particolare fa parte del quartiere Bagnoli ma una piccola parte rientra nel tenimento del comune di Pozzuoli e corrisponde alla frazione Pisciarelli.

Presso il cratere di Agnano si trovano numerose fonti termali e altre manifestazioni geologiche di notevole importanza. L’area era già conosciuta in età ellenistica come attestato da ritrovamenti di strutture antiche, già votate allo sfruttamento delle qualità terapeutiche delle acque.

Le voci più autorevoli sul termalismo Flegreo

Il primo autore moderno che scrisse delle acque Flegree fu il medico Alcadino di Siracusa (Siracusa, 1160 circa – Regno di Sicilia, 1212 circa); questi, dedicando la sua opera all’imperatore Enrico VI, la scrisse in versi, per renderne più gradevole la lettura. Egli descrisse 32 bagni. Successivamente si interesseranno allo stesso tema Pietro da Eboli ( Eboli, 1150 circa – 1220 circa) scrittore e forse medico, Sebastiano Bartoli (Montella 1630 – Napoli 1667) medico, Alessio De Sariis (Matera, XVIII sec. – XIX sec.) politico e governatore regio di Pozzuoli e infine William Paget Jervis, detto Guglielmo (Bombay15 novembre 1832 – Torino18 febbraio 1906) geologo e ingegnere inglese naturalizzato italiano.

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Il complesso Termale di Agnano

Il santuario greco e le terme romane di Agnano

Come attestano i numerosi ritrovamenti, è certo che l’area di Agnano fu conosciuta per le sue proprietà terapeutiche non solo dai romani, bensì anche dai coloni greci.

Presso l’area delle attuali Terme di Agnano vi è il basamento di un edificio in blocchi di laterizio con bolli di maestranze ellenistiche, probabilmente un santuario curativo dedicato alla coppia Ascelpio – Igea, a causa del rinvenimento di numerosi unguentari e di due frammenti di vernice nera con iscrizione, di cui uno con dedica ad Igea. Il complesso è databile tra la fine del IV e la metà del III a.C.

A duecento metri di distanza si trova un importante complesso termale romano, con il primo nucleo databile all’età imperiale, fino a rimaneggiamenti risalenti al V sec. d.C., che sta a significare che in epoca successiva le terme ebbero una vita fiorente.

Il complesso delle Terme Romane e Sudatori nel XV sec (disegno di Libero Campana)

Le Stufe di San Germano (o sudatorio)

Le Stufe prendono il nome da S. Germano, vescovo di Capua, che qui si bagnava per la cura del proprio corpo [Papa Gregorio Magno – VI sec.]. Probabilmente erano pertinenti a tutto il complesso termale romano poco distante, e consistevano in ambienti ipogei irrorati da forti vapori che causavano, appunto, sudorazione. Il poeta Felice, vissuto tra la fine del V e l’inizio del VI sec. d.C., in cinque epigrammi ricorda l’opera di ricostruzione di queste terme compiuta dal re vandalo Trasamondo (496- 523), esaltandone lo splendore e l’imponenza. E’ interessante notare che la ristrutturazione dell’impianto, attuata sulle rovine dell’originario edificio, ne garantì la continuità funzionale.

Terme Di Agnano. Stufe di San Germano, anni ’20. (Touring Club Italiano)

Narra Jervis: “Appena entrato nell’interno del cratere di Agnano, lungo la strada da Napoli alla R. Caccia degli Astruni, allato della strada stessa, precisamente al sito dove era prima il lido del lago d’Agnano, stanno le Stufe di San Germano, rinchiuse in una fabbrica del medio evo, una delle più sconce che sia dato vedere in tutto il paese. Detta casupola consiste in varie stanzine da sudare, con buche di calore laterali, il tutto addossato alle falde del monte. Vi si osservano una stanzina con bagno asciutto ed una camera da riposarsi dopo il sudatorio, con letti di fabbrica, il tutto in istato di abbandono. Questo luogo è frequentato da qualche ammalato sufficientemente coraggioso per rassegnarsi a sudare in un postaccio scuro, da dove passa a sdraiarsi sul letto in una cameruccia vicina di una sporcizia ripugnante. Nel 1868 un forestiero, entrato nel sudatorio, venne dimenticato dalla gente di servizio, dopo avergli chiuso dentro e turate le buche d’aria, e quando si aperse la porta fu rivenuto cadavere.

Le Stufe vennero poi inglobate nel complesso delle Terme di Agnano.

De Balneis Puteolanis di Pietro da Eboli, da Bibl. Angelica

La Grotta del Cane

La Grotta del Cane è un ambiente ipogeo scavato nel costone meridionale del cratere di Agnano e si ritiene fosse parte di un complesso idrotermale già in uso dai greci, forse un sudatorio proprio come quello di San Germano. Oggi è propriamente definita come una mofeta. La grotta è datata III-II a.C. sebbene le tracce più antiche risalgano al IV – III sec. a.C., in particolare per quanto riguarda ciò che resta di un antico edificio monumentale, probabilmente legato al culto di una divinità salutifera, connessa al culto delle acque. Nei pressi di questa grotta vi era anche la meno conosciuta Grotta del Morto (o grotta dell’acido carbonico) la quale aveva gli stessi effetti della prima.

Delle mofete flegree ne parla Plinio il Vecchio (Como, 23 d.C. – Stabia, 25 ottobre 79 d.C.):

“Soffi mortali in qualche luogo o emessi da buche o mortiferi per la stessa situazione del luogo, là per i volatili solamente, come in un posto del Soratte vicino a Roma, altrove oltre all’uomo anche per gli altri animali, talvolta per l’uomo, come nell’agro di Sinuessa o di Pozzuoli. Li chiamano spiragli, altri Caronee, fosse esalanti soffio mortifero, come quelle di Ansanto tra gli Irpini in un posto vicino al tempio di Mefite, dove coloro che sono entrati muoiono”.

Plinio Il Vecchio – Naturalis Historia – Liber II – 95)

Le Terme di Agnano

Il prosciugamento del Lago di Agnano

Pietro Fabris - Il Lago di Agnano (1776)
Pietro Fabris – Il Lago di Agnano (1776)

I lavori di prosciugamento del lago d’Agnano vennero iniziati nell’autunno dell’anno 1865 e furono ultimati nell’ottobre 1870. Consistettero in un emissario di scolo della lunghezza di metri 1500 circa, abboccante nel golfo presso il casale di Bagnoli ed in pari tempo fu colmato il fondo dell’antico lago, la cui profondità fu di m. 9,40 sotto il livello di scolo e 17,40 sullo specchio del mare. Diedero accesso alla galleria sette pozzi laterali, il più profondo dei quali non oltrepassò m. 60. Mediante siffatti lavori si potè sanare 132 ettari di terreno, di cui 92 erano occupati dal lago in tempi ordinari. Ultimati i lavori si potè verificare la bontà del terreno per gli usi dell’agricoltura, per non parlare dell’aver ottenuto l’intento principale, quello di aver liberato la città di Napoli dalla malaria pestilenziale generata dalla cospicua evaporazione di quest’acqua stagnante, vero semenzaio di febbri miasmatiche.

Le sorgive termominerali

Durante le opere di prosciugamento tra metri 1110 e 1225 dal mare s’incontrò dell’acqua minerale bollente, la sorgiva stessa era discosta dal mare m. 1210. A m. 1249 si rinvenne una sorgiva acidulo-ferruginosa fredda. A m. 1292 un’altra sorgente fresca, ma solforosa. Più tardi, nel 1921, vennero poi individuate anche le fonti “De Pisis” di acqua termale calda, e nel 1923 la sorgente Marte, di acqua ferruginosa fredda

Scriveva Jervis, nel 1886: l’Acqua acidula del lago d’Agnano sgorga da alcuni anni in questa parte dal fondo nel centro del cratere già occupato dal lago prosciugato di Agnano, così gli idrologi che si occuparono di Pozzuoli non ne potevano parlare nei loro scritti. È completamente trascurata quantunque siamo di parere che sarebbe un’acqua preziosa, degna d’una sorte migliore, massime per la sua prossimità alla popolosa Napoli.

La realizzazione del complesso Terme di Agnano

All’inizio del Novecento, sull’ondata dell’interesse generale che cresceva intorno alle sorti di Agnano non si fece attendere l’interesse concreto di un gruppo di ambiziosi imprenditori edili, gli ingegneri Ricciardi, Borrelli e Mannajuolo.
Questi, attratti dal programma edilizio presentato nel 1903 da G. Schneer, dopo aver commissionato, già intorno al 1907-08, alcuni studi di fattibilità ed ipotesi progettuali ad un giovane promettente architetto Piacentino Giulio Ulisse Arata, si decisero finalmente ad investire propri cospicui capitali nella costruzione del tanto invocato stabilimento termale di Agnano redigendo a tale scopo un nuovo programma più dettagliato che sembrava realizzare proprio tutti i più arditi sogni di Schneer fino a quel momento apparsi soltanto poco più che un utopia.
Così il 16 febbraio 1909, valutata la fattibilità del progetto ed abbandonata ogni remora, fu finalmente costituita la prima “Società Terme di Agnano” in nome collettivo; vi parteciparono Schneer, il Dott. Emilio Di Tommasi, gli ingegneri Borrelli, Ricciardi, Mannajuolo e Landi, il Cav. Vilers, l’Avv. Prof.
Guarracino

Panoramica delle complesso delle Terme di Agnano prima della II Guerra Mondiale (Maurizio Erto Blog)

Durante la seconda guerra mondiale, il complesso diventò sede militare degli americani. Negli anni sessanta fu oggetto di alcune trasformazioni e venne demolita buona parte delle strutture liberty per far posto a un edificio brutalista, l’albergo progettato da Giulio De Luca. L’arco d’ingresso dell’originaria struttura di Arata è ancora visibile presso il vecchio ingresso.


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Perchè Agnano si chiama così?

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