Il teatro romano di Puteoli

Dopo la caduta dell’Impero Romano e il definitivo declino di Puteoli, si perde ogni evidenza storica e monumentale di questo edificio. Ad oggi il teatro di Puteoli è ancora un mistero irrisolto, ma sono state avanzate alcune proposte sulla sua collocazione e dimensioni.

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Il teatro di Puteoli è ancora un caso archeologico “irrisolto”, si fa fatica ad immaginare come un edificio pubblico, peraltro di notevoli dimensioni, possa essere praticamente sparito nel corso degli anni, dall’urbanistica della città. La grandiosa Puteoli, una delle poche città romane a godere di così tante e grandiose strutture pubbliche (in particolare due anfiteatri, utilizzati contemporaneamente, ed uno stadio per giochi isolimpici) non poteva certo non essere dotata anche di un grande teatro.

Il Teatro e i due Anfiteatri
Il Teatro di Puteoli presso gli Anfiteatri, J.C. Golvin

Difatti il teatro di Puteoli esiste: a dimostrazione, vi sono numerose fonti epigrafiche, scritti, basi commemorative e anche le Fiaschette Vitree , ma,  ancora ad oggi, non si ha la certezza della sua precisa collocazione – comunque compresa in un area poco distante i due anfiteatri nella parte superiore di Pozzuoli, a valle della Solfatara. Lungo è stato tuttavia il dibattito tra gli studiosi e poche le effettive tracce, che hanno portato, infine, ad ipotizzarlo presso l’area forense e comunque molto prossima al centro di Puteoli. Come si vede chiaramente dalla pregevole illustrazione dell’archeologo e architetto Jean Claude Golvin, che appoggia l’ipotesi della sua collocazione più diffusa, ovvero proprio nei pressi dei due Anfiteatri, oggi nella zona compresa tra l’ex educandato Carlo Maria Rosini e Via Vecchia San Gennaro, area attualmente a prevalenza residenziale e con scarsi prospetti di possibilità di scavo. Tra l’altro, spesso le tracce urbanistiche sono chiaramente influenzate dalle preesistenze, anche a distanza di migliaia di anni, come dimostra difatti l’andamento curvilineo degli edifici in Via Pisanelli / Via dell’Anticaglia nel centro storico di Napoli: ciò proprio a causa della preesistenza dell’emiciclo pertinente al  Teatro di Neapolis. Così gli studiosi hanno ipotizzato lo stesso in Via Vecchia San Gennaro, in particolare nell’ultimo tratto, dove vi è una chiara curvatura della strada, poco prima dell’intersezione presso “la Croce” che dà su Via Rosini / Solfatara.

Dopo la caduta dell’Impero Romano e il definitivo declino di Puteoli, si perde ogni evidenza storica e monumentale di questo edificio.

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Importanti testimonianze

Su quasi tutte le famose fiaschette vitree, souvenir romani di Puteoli che mostrano le “principali attrazioni” cittadine, è raffigurato un teatro (e a ribadire, anche la didascalia che recita, appunto, Theatrum / Theatru ).

Relativamente a fonti letterarie vi è un passo delle Noctes Atticae di Aulo Gellio, databile alla seconda metà del II sec. d.C.: si tratta di una discussione su un passo di Ennio avvenuta tra lo stesso Gellio e il retore Antonio Iuliano nel corso di un Puteolis aestivarum feriarum ludum et iocum in litteris amoenioribus. Gli Annales di Ennio, infatti, erano letti ad populum in teatro.

L’iscrizione con menzione del teatro di Puteoli

Esistono poi tre frammenti epigrafici, rinvenuti recentemente sul Rione Terra, attualmente conservati presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, i quali attestano che tale edificio dovesse essere certamente già presente in età augustea. Dall’iscrizione risulta un atto di evergetismo da parte degli Augustali di Puteoli, avvenuto in theatro nell’11 d.C. 

Sempre a Pozzuoli furono ritrovate due basi commemorative dedicate al pantomimo Lucio Aurelio Pilade, di cui una rinvenuta in passato e conservata presso l’atiquarium puteolano nell’Anfitetatro ed una rinvenuta presso l’antica Via Consularis Puteolis Neapolim.

Il pantomimo Lucio Aurelio Pilade

Tornando alla figura di Lucio Aurelio Pilade sappiamo per certo che fosse strettamente legata alle attività e alle rappresentazioni che si svolgevano nel teatro di Puteoli: acquistò fama alla corte degli Antonini e fu un protetto dell’imperatore Commodo. Benché liberto, a Puteoli ottenne non solo le cariche onorifiche di Decurione e Duumviro, ma anche un incarico di sacerdote cittadino (Augure) .  Come detto poco sopra, furono rinvenuti due cippi commemorativi a tale personaggio, di cui uno che è fu rivenuto presso l’anfiteatro, il quale committente era la Centuria Cornelia – riportiamo l’iscrizione.

“L(ucio) Aurelio Aug(usti) lib(erto) / Pyladi / pantomimo
temporis sui primo / hieronicae coronato IIII patrono / parasitorum
Apollinis sacerdoti / synhodi honorato Puteolis d(ecreto)
d(ecurionum) / ornamentis decurionalib(us) et / duumviralib(us) auguri
ob amorem / erga patriam et eximiam libera/litatem in edendo
muner(a) gladi/atorum venatione passiva ex in/dulgentia
sacratissimi princip(is) / [[Commodi Pii Felicis Aug(usti)]] /
centuria Cornelia”

Una voce fuori dal coro

Un ipotesi fondata e veritiera è stata avanzata da Davide Peluso. Nel suo documento, qui disponibile ( Davide Peluso – Una proposta di ubicazione per il teatro romano di Puteoli, 2008 ) si avanza l’ipotesi che il teatro fosse ubicato poco più avanti, presso l’attuale scuola Marconi, dove un tempo sorgeva l’ex muinicipio di Pozzuoli, sfruttando di un particolare effetto scenico grazie al declivio della zona identificata come “Collegium Decatrensium / Regio Decatriae“. Elementi forti sono le testimonianze di uno scavo con un ritrovamento insolito e l’adiacenza con l’area dove sorgevano i collegi appartenenti alle corporazioni dei tibicines (flautisti), cui vanno riferiti i resti visibili, e degli scabillarii (suonatori di scabellum): le attività di entrambi, difatti, erano legate al teatro.

 

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