Fascismo e urbanistica nei Campi Flegrei

Durante il Ventennio fascista non mancarono le opere pubbliche di ampio respiro che rimodellarono i Campi Flegrei. Fu certamente un periodo fortunato per la sperimentazione urbanistica e l'architettura.

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Durante il Ventennio fascista non mancarono le opere pubbliche di ampio respiro che rimodellarono i Campi Flegrei, soprattutto relative al nuovo Rione Flegreo, l’attuale Fuorigrotta, perno di collegamento tra Pozzuoli e Napoli. Fu certamente un periodo fortunato per la sperimentazione urbanistica e l’architettura.

Il Rione Flegreo, la nuova Fuorigrotta

Il borgo di Fuorigrotta abitato da 32.000 napoletani in precarie abitazioni popolari fu completamente spazzato via per disegnare un nuovo rione, moderno e con una chiara pianificazione urbanistica, per consentire l’alloggiamento a più di 100 mila abitanti.

Un irriconoscibile Viale Augusto nel quartiere di Fuorigrotta (Rione Flegreo) in costruzione

Deciso nel 1938, si iniziò il Risanamento di Fuorigrotta il 30 Gennaio 1939, con primo colpo di piccone del duce dato ai vecchi fabbricati del Rione Castellana. Le ceneri di Giacomo Leopardi furono traslate dalla demolenda chiesa di San Vitale al colombario Virgiliano.

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Il nuovo Rione aveva un’area di circa 450 mila mq, concepito con moderni standard urbanistici, sviluppato tra le direttive stradali che si diramavano dalle due gallerie (Galleria Quattro Giornate e Galleria di Posillipo – Soc. Laziale) e terminavano rispettivamente al piazzale della Mostra e in Via Nuova Bagnoli.

Fuorigrotta – Piazza Giacomo Leopardi in data 24 Aprile 1939

Tra le altre maggiori opere architettoniche dell’epoca tra Bagnoli e Fuorigrotta ricordiamo:

  • Istituto Nazionale dei Motori (1940), ricostruito nel 1980, oggi sede del CNR
  • Collegio Costanzo Ciano (1940), poi sede NATO Bagnoli, in affido a Fondazione Banco di Napoli
  • Casa Littoria del “Gruppo Randaccio” (sede Polizia di Stato a Fuorigrotta)
  • Scuola Vito Fornari in Bagnoli (oggi Istituto Comprensivo 41 Console)
  • Albergo per masse, abbattuto nel 1960
  • Istituto Superiore Navale
  • Edificio I.N.C.I.S. (oggi area residenziale)
  • Caserma della Milizia (mai realizzata)
  • Sferisterio (1937), ancora esistente ma in stato di abbandono

La guerra fermò ogni sviluppo successivo di queste opere urbanistiche, e ne provocò in alcuni casi aborti nonchè distruzioni, come quella dell’Albergo per Masse. La speculazione edilizia del dopoguerra, in evidente contrasto con i dettami del Piano regolatore, cominciò ad elevare sui lotti della bonifica, grazie alla perversa logica delle varianti al Piano Regolatore Generale, falansteri per civili abitazioni.

I lavori alle gallerie di Posillipo e Mergellina

Per collegare al meglio Napoli al nuovo Rione Flegreo di Fuorigrotta, si rese necessario ripristinare e ammodernare alcune gallerie per consentire il nuovo importante traffico veicolare. Una di queste era la Galleria delle Tranvie, poi Galleria Nove Maggio, riaperta al pubblico in occasione dell’inaugurazione della Mostra d’Oltremare. Detta galleria, lunga 830 metri, aveva una larghezza di 16 metri, altezza di 9,50 metri, con carreggiata pavimentata a cubetti di granito larga 12 metri e due marciapiedi di 2, metri ciascuno. Lo spessore in chiave di volta era 1,50 metri mentre i piedritti, in muratura di mattoni con malta cementizia 2,50 metri. Al di sotto del piano stradale, un ampio cunicolo di 1,80 consente il passaggio di condotte dell’acqua, cavi elettrici e telefonici. ha una sagoma identica alla Galleria della Vittoria che attraversa il Monte Echia. L’importo dei lavori ammontò a 18 milioni di lire.

Sezione trasversale della Galleria delle Tranvie, poi Nove Maggio

La Mostra d’Oltremare

La Mostra, nata come Triennale d’Oltremare, fu ideata come “Esposizione Tematica Universale”, insieme al parco dell’Esposizione Universale di Roma (poi EUR), ed allestita nel 1937, per ospitare una manifestazione diretta a celebrare l’espansione politica ed economica dell’Italia fascista sui mari e nelle cosiddette terre d’oltremare.

Organizzata in 54 edifici su 1 milione e 200 mila metri quadrati, disponeva di numerose opere d’arte, architettoniche e padiglioni dedicati ai paesi coloniali. Oggi è uno dei più importanti centri congressi ed espositivi della Campania.

La Via Domitiana (nuova) e le altre opere urbanistiche nei Campi Flegrei

In questo periodo venne realizzata la nuova via Domitiana (con un esborso di 40 milioni di lire), che poneva le basi per il collegamento tra Pozzuoli e Formia. Altri interventi urbanistici furono realizzati nell’area di Lucrino e Arco Felice, che vedevano la nascita degli omonimi quartieri residenziali proprio in quegli anni.

La nuova via Domitiana

Importanti internventi urbanistici vennero realizzati sull’isola d’Ischia. All’inizio del XX secolo le strade dell’isola erano nella loro quasi totalità sentieri e vecchie mulattiere. L’amministrazione provinciale intervenne per l’ammodernamento e la risistemazione, per favorire i pubblici servizi di trasporto.

Va menzionata anche la realizzazione della nuova strada che da Ischia Porto va alla Pineta, intitolata alla Medaglia d’Oro Alfredo De Luca. Strada, di circa 1km, oltre a decongestionare il traffico delle vie interne dell’abitato, rappresentava una vera e propria spina dorsale del piano regolatore dell’ampliamento dell’abitato.

La strada che collega Casamicciola a Lacco Ameno a Ischia, appena realizzata durante il Ventennio Fascista

Il Viale Miseno a Bacoli

A carattere turistico, venne realizzato un viale lungo 1200 metri che evitava l’attraversamento dell’abitato della frazione Cappella, e terminava con una grande terrazza sulla sponda del Lago Miseno.

La Direttissima Napoli-Roma

Opera mastodontica e fondamentale per lo sviluppo del Sud fu la realizzazione di una nuova e più moderna ferrovia per collegare direttamente Napoli con Roma. L’opera fu completata nel 1927 (ma l’inizio dei lavori risale al periodo pre-ventennio, nel 1907).

Tombe romane (colombari) nella trincea di Croce Campana (attuale Via Campana) al km 199+500

  • NAPOLI – Rivista Municipale (1940)
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