Le Terme Flegree: Astroni e Pisciarelli

Nella parte nord-occidentale dei Campi Flegrei, poco distante dall'area di Agnano, si trovano due località termali molto conosciute sin dall'antichità: sono il Balneum Bullae, presso la località Pisciarelli (Pozzuoli), alle falde dei Monti Leucogei, e il Balneum Astruni, un tempo situato all'interno del cratere degli Astroni.

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Nella parte nord-occidentale dei Campi Flegrei, poco distante dall’area di Agnano, si trovano due località termali molto conosciute sin dall’antichità: sono il Balneum Bullae, presso la località Pisciarelli (Pozzuoli), alle falde dei Monti Leucogei, e il Balneum Astruni, un tempo situato all’interno del cratere degli Astroni.

Le voci più autorevoli sul termalismo Flegreo

Il primo autore moderno che scrisse delle acque Flegree fu il medico Alcadino di Siracusa (Siracusa, 1160 circa – Regno di Sicilia, 1212 circa); questi, dedicando la sua opera all’imperatore Enrico VI, la scrisse in versi, per renderne più gradevole la lettura. Egli descrisse 32 bagni. Successivamente si interesseranno allo stesso tema Pietro da Eboli ( Eboli, 1150 circa – 1220 circa) scrittore e forse medico, Sebastiano Bartoli (Montella 1630 – Napoli 1667) medico, Alessio De Sariis (Matera, XVIII sec. – XIX sec.) politico e governatore regio di Pozzuoli e infine William Paget Jervis, detto Guglielmo (Bombay15 novembre 1832 – Torino18 febbraio 1906) geologo e ingegnere inglese naturalizzato italiano.

L’acqua dei Pisciarelli e il Balneum Bullae

Sul crinale ovest del cratere Solfatara si trova la località detta Pisciarelli, così chiamata a causa del suo gocciolare delle acque termominerali dalle falde dei monti Leucogei (ovvero i monti di “terra bianca” – da Leukos – bianco, propri dell’area della Solfatara e dei suoi crinali in zona Agnano e Pisciarelli).

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I Pisciarelli (con un bagnante in basso a sinistra) in un disegno di Pietro Fabris – Campi Flegrei Di Sir William Hamilton (1776)

L’area di Pisciarelli sito chiave del del vulcano Campi Flegrei

Secondo gli studi geologici più recenti, l’area dei Pisciarelli è un sito chiave per l’analisi delle deformazioni del suolo dovute all’attività vulcanica del suolo Flegreo, che in questo luogo trova una delle sue massime espressioni. Come si può evincere dalle immagini, il luogo è diventato particolarmente inospitale nonchè pericoloso, a causa delle emissioni di vapori, fanghi e acque ad altissima temperatura. Per approfondire, consigliamo la lettura dell’articolo dell’INGV https://ingvvulcani.com/2020/01/24/il-tremore-fumarolico-di-pisciarelli-e-lo-stato-di-attivita-dellarea-vulcanica-dei-campi-flegrei/ 

L’antico Balneum Bullae

Jervis descrive così l’area delle fumarole e dei bagni dei Pisciarelli:

Ai Pisciarelli esiste una casupola antica con due vasche in cimento nella stanza d’ingresso, più 2 vasche comuni scavate nella roccia in maniera rudimentale, poi in fondo una stufa nella quale i disgraziati accorrenti sdraiati sulla paglia possono adagiarsi. Ecco in che consiste questo bagno, di cui menarono tanto vanto molti scrittori, ma sprovvisto del benchè minimo comodo o necessità per gli infermi. Nel bagno centrale da un buco naturale esce impetuoso il vapor d’acqua con fischio simile a quello della caldaia di una macchina a vapore. De La Condamine e Giovanni Maria della Torre, visitando i Pisciarelli verso l’anno 1754, vi constatarono 85°. Applicandovi il termometro noi stessi nel gennaio 1869 abbiamo riscontrato in questo punto 87°, l’aria marcava 18°; gettandovi dentro dell’acqua, questa salì rapidamente a, 52°.

Il Balneum Bullae nel De Balneis Puteolanis di Pietro da Eboli, da Bibl. Angelica (1474)

” E’ acqua che bolle, pertanto chiamasi Bolla. Quanto maggiore è la paura che incute crepitando nelle rocce, tanto è più utile ai malati, e se mancasse, se ne prenda dall’altra sorgente. E’ antidoto potente per la vista, manda il capo, purga la matrice , libera l’ inguine, cura la milza e il fegato “.

Testo che accompagna la miniatura nel “De Balneis Puteolanis” Angelico

La volta è bianchissima, perchè il calore derivante dalla decomposizione della roccia lascia depositare infiniti cristalli bianchi di solfati. L’altezza della stufa vaporosa è di metri 1,20, lunghezza e larghezza metri 3, ed è tagliata nella trachite in decomposizione. La temperatura della stufa al suolo è di 42°, al tetto di 52°. Non v’ha alcuna sorgiva. Allorquando qualcuno vuol bagnarvisi, che è di rado, si segue l’uso tradizionale di portarvi dell’acqua comune da qualche pozzo, anche lontano, verso il lago d’Agnano ed in poco tempo questa si mineralizza e diviene termale.

“I Pisciarelli sono situati sul fianco esterno della Solfatara rivolto verso quel lato del cratere di Agnano ove manca l’orlo. Ivi regna il tufo vulcanico proprio alle falde del vulcano assieme a trachite. Tutta la roccia intorno è ridotta a massa bianca, e serve a fare il bianchetto che è ivi scavato da numerose grotticine. La prima qualità di bianchetto trovasi appunto in prossimità ai bagni, ove il fenomeno di decomposizione è più energico. A 100 passi più oltre, salendo l’erto fianco della Solfatara, tramezzo a sassi di tufo variopinto, violetto, rosso, giallo, o bianco, sono vari fumaioli, dai quali in tempo umido esalano vapori acquei, probabilmente privi di acido carbonico, ma accompagnati da gas acidi solfidrico e solforoso. All’epoca della nostra visita la temperatura dei buchi era di 92° tanto nel 1869 quanto nel marzo 1876.”

Le proprietà delle acque del Balneum Bulla

Secondo il Villano “E’ antidoto potente per la vista, monda il capo, purga la matrice , libera l’inguine, cura la milza e il fegato”.

Il balneum Astrunis

“Il terzo è il Bagno degli Astroni, che si trova scendendo a destra nella piana di Astroni presso il primo lago dalla Torre Reale.” (così recitano gli epitaffi di Sebastiano Bartoli)

“Voltati verso Settentrione: e un poco circonda lo stagno. Troverai da mano sinistra un bagno di mirabile efficacia. Qui sono due fonti.” [descrizione del Villano]

Il Balneum Astrunis nel De Balneis Puteolanis di Pietro da Eboli, da Bibl. Angelica (1474)

Il cratere degli Astroni è il risultato di un’eruzione di circa 4.400 anni fa. Conosciuto dall’antichità per i suoi bagni, nel 1452 Alfonso I d’Aragona lo cinse di mura (tutt’ora esistenti) e ne fece una riserva di caccia reale. Furono costruite tre torri, quella all’ingresso, detta Torre Centrale, e le altre due sui crinali perimetrali, una detta Torre Lupara e l’altra Torre Nocera.

L’origine del nome Astroni è incerta. Potrebbe derivare dalla parola Sturnis (airone), data l’abbondante presenza di stormi di Aironi nell’area. Alcuni ritengono invece che derivi da Sterope, un Ciclope mitologico, nell’ottica della relazione dei Campi Flegrei con la Gigantomachia (De Lorenzo / Riva). Ugolino dagli strumi, per il bagno termale che sanava questa infermità.

Detto bagno termale non era più esistente già nel XVIII secolo, probabilmente demolito dai reali perchè già in stato di rovina.

Le proprietà delle acque del Balneum Astrunis

Secondo il Villano quest’acqua era eccezionale per i reumatismi. “Conforta il celebro, fa bene agli occhi, stringe i gingili, fortifica i denti, acconcia le guance, fa chiara la voce, e toglie la tosse: umilia il petto, incita l’appetito, toglie via i fastidi dello stomaco, toglie ogni male flemmatico e reumatico.”

L’ingresso al cratere degli Astroni in un disegno di Pietro Fabris – Campi Flegrei Di Sir William Hamilton (1776)
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