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Perchè Agnano si chiama così?

L'etimologia di Agnano è ancora dibattuta, ma esistono almeno tre ipotesi per l'origine di questo toponimo Flegreo

Pietro Fabris - Il Lago di Agnano (1776)

Agnano è un vulcano attualmente in quiescenza, appartenente al sistema dei Campi Flegrei, la cui ultima eruzione ha avuto luogo 4 100 anni fa. Corrisponde ad una zona di Napoli, tra i quartieri di FuorigrottaBagnoli (che fanno parte della decima municipalità del Comune) e Pianura. Agnano in particolare fa parte del quartiere Bagnoli ma una piccola parte rientra nel tenimento del comune di Pozzuoli e corrisponde alla frazione Pisciarelli.

Sotto i Normanni abbiamo menzioni con il nome di Anglanis, più tardi Anglanum, Anglane e Anglanni, fino a che da Carlo II lo zoppo in poi lo troveremo sempre con il nome di Agnanum, nome che, acquistata desinenza italiana, tutt’ora conserva.

L’ipotesi volgare

Il termine tardo latino anglanum pare fosse sinonimo di colatorium. Alcuni scrittori del passato pensavano che tale lago fosse sorto in tempi successivi all’impero romano, a causa di terremoti ed altri fenomeni che portarono alla raccolta (colatura) di acque fino alla formazione del lago (oggi prosciugato).

Pietro Fabris - Il Lago di Agnano (1776)
Pietro Fabris – Il Lago di Agnano (1776)

L’ipotesi della Gens Annia

L’archeologo Giulio Minervini (Napoli, 9 agosto 1819 – Roma, 18 dicembre 1891) è uno dei primi ad ipotizzare l’origine del nome da una proprietà o fundus della gens Annia di Puteoli, una conosciuta ricca famiglia di cui è attestata l’estitenza di un intero quartiere della città, identificato nei pressi della ripa puteolana, a loro intitolato (vicus Annianus). E’ quindi molto probabile che gli stessi avessero una vasta tenuta in quella zona, un fundus Annianus, o semplicemente Annianum.

I vici puteolani sommersi (Google)

L’ipotesi dei Serpenti

L’ipotesi verte su una derivazione di Anguiano o Anguignano da anguis – serpente in latino, per via dell’abbondanza di serpi e/o anguille d’acqua. Sembrerebbe l’ipotesi più debole tra le altre, tuttavia, nel celebre “De Balneis Puteolanis” di Pietro da Eboli (in latino: Petrus de Ebulo; Eboli, 1150 circa – 1220 circa) nel codice miniato relativo al “Balneum Sudatorium” vengono rappresentati molto chiaramente rane e serpenti all’interno dell’acqua e vengono anche riportati in descrizione (ante domi lacu e ranis plenibus colubris)

De Balneis Puteolanis – Balneum Sudatorium con descrizione e miniatura (Biblioteca Angelica)
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