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La Scuola medica salernitana ed i bagni di Pozzuoli

Foto: la scuola medica in una miniatura del Canone di Avicenna

“Si tibi deficiant medici, medici tibi fiant haec tria: mens laeta, requies, moderata diaeta” (Se ti mancano i medici, siano per te medici queste tre cose: l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta)

Dal “Regimen Sanitatis Salernitanum

I maestri di Salerno

La scuola medica di Salerno dev’essere considerata la più antica istituzione medievale nell’Occidente europeo per l’esercizio e per l’insegnamento della medicina. A essa si diressero la maggior parte di coloro che vollero apprendere l’arte medica e da essa si diffusero per ogni parte d’ Europa

Pietro da Eboli

Tra i maestri della scuola, per il sec. XIII, vi è senz’altro Pietro da Eboli, medico personale (e poeta ufficiale) di Enrico VI, autore del De balneis Puteolanis (1212), probabilmente dedicato a Federico II, che descrive le qualità mediche di trentacinque bagni termali nei Campi Flegrei, fra Napoli e Baia.

Le epigrafi distrutte

Ettore da Procida, Antonio Solimene e Filippo Capograsso sembrano da ascrivere all’età di Federico II di Svevia, ed è probabilmente falsa la leggenda che li vuole distruttori delle epigrafi poste a spiegazione delle diverse fonti termali e curative di Pozzuoli, per la loro invidia di medici salernitani contro le proprietà curative delle acque flegree.

Una leggenda più antica e poco conosciuta

Esiste anche una leggenda più antica che ha per tema la presunta rivalità tra l’ars medica dei maestri salernitani e le virtù curative dei bagni termali di Pozzuoli.

Infatti, secondo una notizia probabilmente derivante dai commentari non pubblicati di Rabano Mauro, maestro di Valafrido (IX sec.), poi tramandata in alcune glossae bibliche del X sec.,“Pozzuoli è una località oltre Roma dove Virgilio costruì dei bagni medicinali: ciascuna vasca era individualizzata da iscrizioni proprie sulle quali, come si dice, era indicato per quali malattie fungesse da cura. Perciò i Salernitani , spinti da invidia, giungendo in forze, distrussero le iscrizioni e danneggiarono gli edifici”.

Foto: la scuola medica in una miniatura del Canone di Avicenna
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