Storia del Lazzaretto dell’Isola di Nisida

La città di Napoli dispose di uno dei primi lazzaretti europei per l'isolamento delle merci e dei navigli contaminati nei luoghi della peste: fu realizzato durante il Viceregno di Napoli tra l'isolotto di Nisida e Bagnoli, su uno scoglio denominato Chiuppino.

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Quando dal colle di Posillipo si discende alla opposta marina de’Bagnoli, dopo aver lasciato a manca lo ingresso dell’antica grotta, che chiamano di Sciano (Seiano), si vede in mezzo al mare un grande ed isolato edifizio. E’ il Lazzaretto di Nisita (o Nisida), destinato allo sperimento delle quarantene da tempo così lungo. Tutto lo edifizio, affatto isolato, poggia sopra una roccia che scende a picco nel mare, ed è naturalmente inaccessibile da ogni parte, menochè dai suoi due ingressi. Su la marina dei Bagnoli è una casa in cui possono trattenersi le persone, le quali vogliono andare al Lazzaretto, e ci à pure ricovero per vetture; un ponte di recente costruito su la spiaggia agevola lo imbarco ne’ palischermi, che fornisce l’Amministrazione Sanitaria pel transito. Questa è la descrizione del Lazzaretto di Nisita nel 1857 dal Giornale interno del Regno delle Due Sicilie

La realizzazione di un lazzaretto sul Chiuppino

Tra le tante vicende del passato nelle quali l’isolotto di Nisida e i suoi dintorni sono protagonisti, una di queste è quella dell’edificazione di un Lazzaretto. Alla fine del XVI secolo fu designato per la realizzazione di un lazzaretto di tipo mercantile il cosiddetto “Scoglio del Chiuppino“, situato tra la spiaggia di Bagnoli e l’isola di Nisida.

L’isola di Nisida era invece già da tempo contesa da una lunga lista di possidenti e nobiluomini. Nel 1593 la città di Napoli acquista l’isolotto del Chiuppino “per stabilirvi un lazzaretto e per farvi riporre le mercanzie che venivano dai luoghi sospetti di peste“. Tuttavia, fino al nuovo imperversare della peste nel Mediterraneo l’isola di Nisida e le sue strutture vennero affittate ed il progetto non fu realizzato. Essendo scoppiata un’epidemia di peste in Sicilia, nel 1619 i regnanti di Napoli stabilirono che il Lazzaretto di Posillipo fosse insufficiente per far fronte all’eventuale propagarsi dell’epidemia a Napoli e stanziarono 4.800 ducati per la realizzazione di un Lazzaretto sul Chiuppino. L’impianto, realizzato tra il 1626 e il 1628 sotto la direzione di Alessandro Ciminiello, fu posto in funzione in occasione della pestilenza nel 1656. Una lapide in loco dedicava:

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FILIPPO IV. REGE Antonius Alvarez Toletux Dux Albae Prorex Purgandae Pestis Probandae Valetudinis Stationem Vitandum ob contagium Ab Continente, Oraque Pausilipi AEstivis caloribus celeberrima Huc in Insulam Amplificatus, Salubrisque Ablegavit Anno Magistratus III Tontatae Pestilentiae Trinacriae I. Salatis hum. CIC. IC. CXXVI.<span class="su-quote-cite">Lapide sita presso l'isolotto del Chiuppino/Nisida (località attualmente sconosciuta)</span>
Barrtolomeo Picchiatti, Progetto per il nuovo porto di Nisida, 1635. Simancas, Archivo General
Barrtolomeo Picchiatti, Progetto per il nuovo porto di Nisida, 1635. Simancas, Archivo General

Il lazzaretto ebbe a soffrire durante la rivoluzione napoletana del 1647-1648, quando il duca di Giisa si volle fortificare nell’isola di Nisida, il cui porto egli tentò di occupare per l’armata francese, che aspettava. Ma fallito il tentativo, e penetrati gli spagnuoli in Napoli, le speranze del Guisa tramontarono in un con la repubblica partenopea, e l’isola tornò nella calma.

La Costruzione del molo carrabile con Decreto 2196 del 1814

Nel 1814 Gioacchino Murat .firmò un decreto per ristrutturare il lazzaretto ed unire lo scoglio del Chiuppino all’isola.

 

“Volendo per lo bene de’ nostri popoli accrescere e rendere più florido il commercio di mare; Visto il rapporto del nostro Ministro dell’interno; Abbiamo DECRETATO E DECRETIAMO quanto siegue:

Sarà a spede del nostro tesoro reale riunita l’isola di Nisida col lazzaretto attuale, mediante un molo da costruirsi: e sarà stabilito nell’isola stessa un lazzaretto sporco.
Il progetto redattone dall’ispettore del corpo de’ ponti e strade Francesco Carpi, discusso ed esaminato da una Commissione speciale da Noi nominata a quest’oggetto, resta approvato ed i lavori saranno subito intrapresi.
Il proprietario dell’isola di Nisida riceverà in compenso tanti beni demaniali a di lui scelta, di una rendita uguale a quella che attualmente ne percepisce.
I nostri Ministri dell’interno e delle finanze, ciascuno per la parte che lo concerne, sono incaricati della esecuzione del presente decreto.

Firmato, GIOACCHINO NAPOLEONE (Murat).
Da parte del Re
Il Ministro Segret. di Stato, firm. PIGNATELLI”<span class="su-quote-cite">Decreto 2196 del 1814</span>

Dismissione e abbattimento

Il 25 Giugno 1935 viene demolito l’ormai vetusto e abbandonato lazzaretto e viene realizzato il collegamento tra l’isola di Nisida e la terraferma nonchè completata la scogliera a protezione della stessa strada. Secondo l’Annale dei Lavori Pubblici del Gennaio 1936: “La strada si sviluppa per m.227 e tocca l’isola di Nisida nel punto dove sorgeva il lazzaretto. Questo vecchio edificio ormai fuori uso è stato demolito ed è stato tagliato il promontorio tufaceo su cui sorgeva. Il costo totale dell’opera fu di Lire 960.000

 

Il Lazzaretto negli anni ’30, poi demolito come visibile in una foto del 1955

  • La Sanità Marittima a Napoli, origini e vicende – Ufficio Sanitario del Porto, 1910
  • Giornale interno del Regno delle Due Sicilie, 1857
  • Annale dei Lavori Pubblici Gennaio 1936
  • A. Buccaro, All’ingresso dei Campi Flegrei: una fonte inedita sul paesaggio storico di Nisida e sull’architettura del Castello Piccolomini, Città e Storia n.2, 2017
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